Qui son tutti matti, chissà che si sono fumati... Io me ne vado!
In questo film non c’è assistente, non c’è montatore, non c’è nessuno, ci siamo solo noi.
Non andiamo benissimo.
Ma perché non hai fatto un film normale?
Una donna userebbe più il termine “scarpe da mignotta” che “da troia”, che è più
letterario.
Non è un film porno, devi solo prenderlo in bocca un attimo...
Oh, non è che noi facciamo queste cose di solito...
Ho appena fatto le carte con il solitario del computer e ho visto che questo film avrà
successo.
“Io non ho mai capito che cazzo è un fagotto” è la migliore battuta del film.
Finirai all’inferno per aver fatto questo film e io scenderò giù a controllare che ti diano la
punizione che ti meriti, goddamit!
Mortacci vostra!
Perché dovrei fare quattro giorni di prove, solo per mostrare il culo?
Questo è un film che non si può raccontare.
Tu non hai capito: siamo completamente fuori con il budget. Non è che se risparmiamo
3000 euro, abbiamo poi 3000 euro in più da spendere, sono 3000 euro in meno di cazzi
che mi prendo io da Beppe Attene, perché abbiamo sforato!
Che te serve?
Franco, credo di essere l’uomo al mondo che conosce meglio il tuo cazzo.
Per me è stata una sfida accettare l’incarico di questo... film... Si può chiamare film, no?
Mi son ritagliato delle mutande di carta e le ho attaccate al centro del monitor, perché
non ce la faccio a lavorare tutto il giorno con un uccello davanti. Senza offesa...
UncuT è la banalità del pene.
Non ho mai visto un cazzo per così tanto tempo. È una sorta di violenza che si fa allo
spettatore.
‘sto film è pura filosofia!
Il primo giorno che sono entrato qui, quel catalogo porno era in fondo ad un cassetto.
Il secondo giorno era su una sedia, con la copertina girata.
Oggi è sulla scrivania, in bella vista.
Quel catalogo rappresenta il cambiamento in atto in questo ufficio.